Vari fattori hanno un ruolo importante, dal punto di vista legale, in materia di suicidio assistito in Svizzera.
- Il codice penale svizzero consente il suicidio assistito, purché il movente non sia di stampo egoista.
- Coloro che aiutano una persona a morire non devono necessariamente essere dei medici. Chiunque può aiutare se le loro motivazioni sono altruistiche.
Inoltre, secondo le leggi svizzere, la persona che richiede assistenza per morire deve:
- possedere capacità decisionale
- avere il “controllo” o “la proprietà dell’azione” sulla loro morte (“Tatherrschaft” in tedesco). (Vedi art. 115 StGB del codice penale svizzero e decisione del Tribunale federale svizzero BGE 133 I 58)
Il primo criterio significa che una persona deve essere lucida e capace di intendere e di volere. Mentre si presume che coloro che inoltrano una richiesta a Pegasos abbiano buone capacità decisionali, se è presente una diagnosi di una condizione neurologica o di malattia mentale, sarà necessario un consulto con lo psichiatra di Pegasos.
L’interpretazione legale del secondo criterio fa sì che il gesto “finale”, cioè l’attivazione di un pulsante o il portare un bicchiere alla bocca, debba essere compiuto dalla persona che desidera morire . Questo è ciò che rende una morte presso Pegasos una morte assistita volontaria (MAV), piuttosto che un’eutanasia gestita da un medico.
Anche se presso Pegasos si eseguono MAV tramite infusione intravenosa e anche se sarà un medico a inserire l’ago nella vena della persona, sarà la persona stessa che dovrà attivare il meccanismo che farà scorrere la sostanza letale.
Per i casi di importanti impedimenti di movimento, Pegasos ha sviluppato un ingenioso apparecchio con cui è possibile attivare il meccanismo con un semplici, lievi gesti.